giovedì 23 settembre 2010

Piazza Armerina. Vicepresidenza. Paternicò: "Fallimento delle segreterie politiche del centrodestra". L'autolesionismo del Pd.


Rosario Paternicò e la sua schiettezza sulla vicenda della vicepresidenza: "Fallimento politico dei segretari del centrodestra, di Mpa, Udc e di chi si presenta per conto personale come segretario del Pdl". Ma il Pd dimostra ancora una volta un autolesionismo pari a poche realtà politiche. Di fronte alla mancanza di un candidato unitario da parte del centrodestra (Venezia aveva proposto la scorsa settimana ai partiti dell'opposizione di esprimere un proprio candidato al quale sarebbero andati i voti del centrosinistra) i democratici si sono divisi, adottando due strategie diverse, con punzecchiature politiche evidenti al seguito. Il capogruppo Venezia (Pd), mercoledì sera, di fronte a due candidati di centrodestra frutto di divisioni e ripicche, per sbrogliare la matassa provocata dalle continue votazioni andate a vuoto, ha annunciato che il suo gruppo avrebbe a quel punto votato un proprio uomo di centrosinistra per rimettere in sesto l'ufficio di Presidenza e far ripartire la macchina consiliare. Il sottogruppo del Pd, però, facente capo agli autonomisti, ha deciso di continuare a puntare su un uomo di centrodestra, come scelta di metodo ritenuta più coerente. Il risultato? I cinque autonomisti, come emergerebbe da una interpretazione dello scrutinio e delle dichiarazioni degli altri gruppi, avrebbero votato per Trebastoni, i cinque più uno del Pd avrebbero votato per Ilenia Adamo. "Non c'è ufficialmente un candidato del Pd", ha detto in aula Monasteri. Poi i due colpi di scena tutti interni al Pd, degni di una partita a scacchi del tutto inutile e incomprensibile per l'immagine complessiva del partito. I sei pro Ilenia Adamo escono dall'aula (il numero legale rimane) prima dell'ennesima votazione per far emergere meglio il voto a Trebastoni proveniente dagli "autonomisti". Ma subito dopo l'uscita dal consiglio il presidente Centonze (uno degli autonomisti del Pd) abbandona l'aula e scioglie il consiglio (senza la vicepresidenza, infatti, se il presidente va via non ci sono sostituti). Esito politico finale della vicenda vicepresidenza? Il centrodestra è in palese difficoltà, fortemente diviso e senza un candidato unitario, ma le divisioni del centrodestra diventano terreno di scontro interno al Pd. Gli autonomisti, di fronte alla chiara e ripetuta incapacità del centrodestra di esprimere una sintesi unitaria su un nome, di fronte a diverse votazioni andate a vuoto e alla necessità di restituire l'assemblea alle sue funzioni piene, avrebbe forse fatto meglio a seguire questa volta la pista indicata da Venezia? Ma Capizzi, a sua volta, portavoce degli "autonomisti", in aula ha sottolineato come il suo gruppo sulla linea Venezia e sulla presunta indicazione di un uomo di sinistra non sia stato interpellato.

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali
Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens
In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

Corrado Augias e Vito Mancuso
Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins
Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo