giovedì 25 luglio 2013

Piazza. Tudisco: "Non sorpreso dalla sconfitta di Prestifilippo, candidatura con troppi limiti"

Candidatura non vincente fin dall’inizio, campagna elettorale troppo aggressiva verso gli avversari politici e apparentamento sbagliato e imposto senza discussione e confronto. L’ex vice sindaco ed ex leader del Popolo della Libertà, Fabrizio Tudisco, attuale responsabile di Fratelli d’Italia, parla di centrodestra con “le ossa rotte” dopo la sconfitta elettorale alle comunali e si dice “non sorpreso” della batosta elettorale subita dal farmacista ed ex sindaco Maurizio Prestifilippo. “La discrasia di preferenze al primo turno tra le liste e il candidato sindaco è molto chiara, in 1800 hanno votato i consiglieri ma non Prestifilippo, e non per un complotto o perché qualcuno ha remato contro, semplicemente perché la candidatura di Prestifilippo presentava limiti enormi fin dall’inizio, è una cosa che avevo già detto in tempi non sospetti, quando alcuni anni fa...
Fabrizio Tudisco
chiedevo le primarie nel centrodestra e nessuno mi ascoltava, questo è il risultato”, spiega Tudisco, il quale sottolinea di aver “sostenuto lealmente” Prestifilippo nonostante le tante riserve espresse. “Candidato con pregi e capacità che ha pagato il suo carattere con l’elettorato, aveva già perso nel 2008 e alle regionali, non è un segreto che non fossi d’accordo con la sua corsa alla guida della città”, dice. “Sbagliato anche l’apparentamento con Il Megafono, non c’è stata alcuna discussione, è stato deciso con un atteggiamento da padre padrone, non c’era affinità con quel movimento”, spiega. “Pagata anche la troppa aggressività verbale e nei comizi, Prestifilippo non ha voluto ascoltare nessun consiglio, è voluto andare avanti con il suo cerchio magico”, conclude.

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali
Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens
In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

Corrado Augias e Vito Mancuso
Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins
Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo