martedì 1 aprile 2014

Piazza. Turismo, il Psi: "Dal Pd solo un'analisi superficiale dei dati"

Non basta leggere dei dati matematici. Bisogna saperli interpretare. Le recenti dichiarazioni mosse dalla segreteria del PD piazzese sulla pubblicazione delle presenze turistiche a Piazza Armerina denotano una scarsa conoscenza dell’argomento e una, voluta, superficiale sintassi. Bisogna innanzi tutto guardare i dati nella sua globalità partendo dai numeri del turismo nazionale dove si registra un calo generale del settore per via di vari fenomeni quali: la crisi economica (riduzione degli stipendi, aumento della disoccupazione sono fenomeni che diminuiscono la liquidità e quindi le possibilità di viaggiare), la fortificazione dei competitors internazionali( es. una settimana a Sharm El Sheik, costa meno di una settimana in Sicilia), aumento della necessità del consumatore (oggi il turista accorto riesce a prenotare all’estero un soggiorno in un Hotel 5 stelle, allo stesso prezzo di un 3 stelle in Sicilia), l’avvento delle nuove tecnologie che stroncano gli operatori che non vogliono adeguarsi. L’elenco potrebbe continuare ma bastino a capire, in questa sede, quali sono alcuni fattori che mettono in crisi il turismo in Italia. La Sicilia con i suoi mille pregi, a cui corrispondono mille difetti, non ha una situazione più felice e risente pesantemente della crisi del settore in parte indotta in parte auto-causata. Basti pensare alla scarsità di infrastrutture, alla mancanza... di adeguate vie di collegamento, al degrado in cui, in molti casi, sono abbandonate le nostre risorse naturali, storiche e culturali, spesso, anche mal gestite. E’ da questo scenario non esula Piazza Armerina che da tempo combatte contro se stessa, contro il turismo mordi e fuggi e contro “l’amica-rivale” Villa Romana del Casale. Qui non si vuole fare la cronostoria dei fatti e delle vicende alterne che tutti conosciamo, ma vale la pena sottolineare che ancora oggi, a  distanza di anni soffriamo per quei lavori che videro la chiusura totale del sito con tremende ripercussioni di immagine e di ritorno economico difficili da quantificare. Una scelta avventata che ci ha fatto cancellare dalla rotte di molti tour operator internazionali e che oggi a fatica (specie nel privato) si ritenta di contattare. E’ questi non sono errori da imputare all’amministrazione attuale. Chi mastica un po’ di turismo sa quanto sia fondamentale la programmazione a lungo termine, almeno annuale. E’ se è vero che il 2013 chiude in netta perdita credo che la programmazione spettasse a chi amministrava nel 2012. Se l’attuale amministrazione vuole fare bene deve necessariamente programmare, (e pare che lo stia facendo) e nel farlo deve puntare su: rivalutazione del centro storico, con attività e manifestazioni che rendano vivo e appetibile il cuore della città; apertura di almeno alcune tra le chiese più conosciute, ed in questo è auspicabile la collaborazione del nuovo Vescovo e di tutta la Diocesi per rendere fruibili le nostre bellezze simbolo di fede e di tradizione che devono essere disponibili e alla portata di tutti per diventare testimonianza della nostra cultura nel mondo;  joint-venture con i comuni vicini; valorizzazione del Palio dei Normanni che non sia più il palio dei piazzesi ma possa diventare l’evento della Sicilia nel mondo. Questi sono solo alcuni aspetti da attenzionare. Altro elemento importantissimo è la collaborazione degli operatori locali senza i quali ogni sforzo sarebbe vano. Nell’era dell’E-Tourism e dei commenti sui portali turistici, è facile oggi vedere quanti e quali pecche riscontrano i turisti. E a Piazza, partendo proprio da tali basi , si evidenzia una professionalità nell’arte dell’accoglienza che spesso scricchiola o è improvvisata. E’ anche vero che il turista è sempre più esigente e non transige più su lampadine fulminate e non cambiate, su reception inadeguate a fronteggiare le esigenze del cliente straniero, su camerieri scontrosi e quant’altro. Insomma su un’offerta che non è all’altezza della domanda. Una città a vocazione turistica deve essere accogliente, multi-lingua, pulita e vivibile. E sottolineiamo come una struttura turistica ha di per sé, se adeguatamente evidenziata, un potenziale attrattivo che non debba essere obbligatoriamente secondo alle attrazioni del luogo stesso. Vanno incentivate le iniziative, come quelle degne di nota a cui stiamo assistendo (vedi i recenti progetti portati avanti, tra gli altri da Ettore Messina, come ad esempio i week-end medievali) di promozione e vendita del territorio e va incentivata la collaborazione tra e con gli operatori del settore che troveranno in questa amministrazione un valido sostegno per l’attuazione. Insomma è arrivato il momento di programmare e collaborare per portare Piazza Armerina ai livelli che tutti noi sogniamo da tempo. Auguriamo ancora buon lavoro all’attuale amministrazione ricordandogli che la parola d’ordine deve essere: programmazione. Altrimenti si potrebbero commettere gli stessi errori di superficialità delle precedenti amministrazioni.
Andrea Lombardo Coordinatore Sezione Psi Placido Rizzotto

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali
Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

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In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

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Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

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Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo