venerdì 1 agosto 2014

Piazza. Interruzione di gravidanza, ginecologo a giudizio il 3 ottobre


Secondo l’accusa avrebbe provocato con la sua negligenza l’interruzione di gravidanza di una donna della città dei mosaici, provocando la morte del feto. Decreto di citazione diretta a giudizio per un medico davanti al tribunale di Catania, con l’udienza fissata al prossimo 3 ottobre. Persone offese del presunto reato due coniugi piazzesi, difesi dall'avvocato Francesco Alberghina, che due anni fa attendevano di diventare genitori e che adesso sono in attesa di conoscere se per quella tragedia ci siano state o meno responsabilità di natura penale. Secondo il pubblico ministero il medico ginecologo che aveva in cura la donna, gravida alla 38° settimana, avrebbe manifestato “imprudenza, negligenza e imperizia”, e questo per “non aver disposto un monitoraggio cardiotocografico” ed un’altra indagine diagnostica particolare pur in presenza di un esame ecografico che pare avesse evidenziato alcune anomalie. La mancanza di quel monitoraggio in pratica avrebbe causato, secondo il pm, la morte del feto all’interno dell’utero materno. Un delitto previsto e punito dalla legge numero 194 del 1978. Sarà la magistratura, adesso, attraverso i giudici della II sezione del Tribunale etneo a stabilire se...
nel giugno di due anni fa ci furono o meno responsabilità da parte del ginecologo che seguiva la gravidanza della donna in quei giorni. Acquisiti tutti i documenti sanitari e le cartelle relative al caso clinico finito sotto la lente di ingrandimento della Procura. Determinanti per l’esito finale del processo, come succede in questo tipo di giudizi nei quali al centro ci sono le ipotesi di negligenza di un camice bianco, le perizie messe nero su bianco dagli esperti, con la ricostruzione dell’intero quadro clinico nei giorni precedenti alla morte del feto e la verifica di un effettivo nesso di causalità.

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali
Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens
In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

Corrado Augias e Vito Mancuso
Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins
Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo