mercoledì 6 agosto 2014

Piazza. Trasparenza e albo pretorio sul portale comunale, così sono un flop


Dove si trovano le delibere del 2013 e del primo semestre 2014 di giunta e consiglio comunale? Dove è possibile leggerle? I redditi e patrimoni degli amministratori che dovevano essere letti da casa con un click? E le convocazioni delle commissioni consiliari, così come i verbali delle sedute delle stesse commissioni e della conferenza dei capigruppo? Sono le domande che si fanno i cittadini che consultano il sito internet online del Comune armerino. Ad essere consultabile da tempo è solo l’albo pretorio che si appoggia al sito di gazzettaamministrativa.it nel quale si possono trovare, però, soltanto alcune delle delibere più recenti. Tutte le delibere prima del 22 luglio, ad esempio, non sono più consultabili. In base all’articolo 32 della legge numero 69 del 18 giugno 2009, con riferimento all’eliminazione degli sprechi relativi al mantenimento di documenti in forma cartacea, a far data dal gennaio 2010 gli obblighi di pubblicazione degli atti e provvedimenti amministrativi aventi effetto di pubblicità legale dovevano essere assolti dagli enti locali con la loro pubblicazione online nei propri siti informatici. Il problema principale rimane quello relativo all’archivio. Le delibere di giunta vengono pubblicate per alcuni giorni, poi non sono più visibili. Stessa cosa per le delibere del consiglio, le quali, tra l’altro, stentano a trovarsi pubblicate online, se non dopo tanto tempo. Stessa cosa per determine di dirigenti e sindaco e per le ordinanze ordinanze. Spesso gli allegati non vengono pubblicati. Andrebbero solo stralciati alcuni nomi di persone o ditte per ragioni di privacy, introducendo gli omissis, ma è l’intero provvedimento che in alcuni casi non viene pubblicato. Nella sezione Trasparenza non si trovano aggiornate da un paio di anni le indennità di sindaco, assessori e consiglieri comunali.

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Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

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Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

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In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

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Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

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Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo